giovedì 1 febbraio 2018

Classe IIIF - Giuseppe Ungaretti

In una documento filmato del 1969 Giuseppe Ungaretti ricorda la sua esperienza di soldato volontario (Prima Guerra Mondiale) con queste parole:

"L’uomo nella guerra manifestava i suoi peggiori istinti anche se quella guerra, anche se c’eravamo entrati, anche se l’avevamo voluta, ci sembrava che fosse l’ultima guerra, che fosse la guerra per liberare l’uomo dalla guerra. La guerra non libera mai l’uomo dalla guerra. La guerra è e rimarrà l’atto più bestiale dell’uomo."

(fonte http://www.letteratura.rai.it/articoli/ungaretti-raccontato-da-andrea-cortellessa/25835/default.aspx)

Ungaretti nel 1915, l'anno in cui l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa, aveva all'incirca 28 anni, un'età in cui non si veniva chiamati al fronte, se non nel caso in cui non fossero più sufficienti gli uomini più giovani (si tenga presente che vennero arruolati i nati nel 1899): l'unico modo per partecipare al conflitto per un adulto come Ungaretti era quindi partire come volontario.
Quali riflessioni di carattere storico suscita in voi questa dichiarazione del poeta?

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Sul tema dell'haiku (e del confronto con alcune poesie di Ungaretti) ecco alcuni esempi:

Vecchio stagno
salto e tonfo -
una rana.
(Matsuo Basho)

Il sole
cala infuocato
in mare;
calura.
(Natsume Soseki)

Nel sopore della siesta, odo
battere e ribattere
un chiodo.
(Yamaguchi Seishi)

Braccia incrociate
alla luna,
in mezzo alle mucche.
(Jack Keruac)

Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
(Sandro Penna)

rinchiuso nell'armadio
l'aquilone
vola nella mia mente
(Antonio Porta)